giovedì 31 gennaio 2013

Invisible Monsters - Chuck Palahniuk


Ci sono una donna senza volto, un trans e un bisex ninfomane.
Non è una barzelletta: se non lo avete capito, questo è un libro di Palahniuk. E dentro ci sono i suoi mostri personali. Non tutti, per fortuna.

Dunque, dal principio.
Cosa rende bella una donna? I più politically correct mi diranno: l'unione di bell'aspetto, un cervello che funziona e buon cuore. Ci si potrebbero scrivere libri. Ecco, Palahniuk l'ha fatto, ma uno se ne rende conto solo alla fine.
La protagonista è una modella, Shannon McFarland, abituata a lavorare con la sua bellezza esteriore. La incontriamo mentre, nel letto di una clinica, cerca il coraggio di ricominciare dopo un tragico incidente che le ha portato via il volto.
In realtà più che un incidente è stato un tentato omicidio: qualcuno le ha sparato tagliandole via tutto quello in cui si era identificata fino a quel momento. La sua narrazione è continuamente interrotta da flash di macchine fotografiche invisibili: per mostrare un'emozione ha bisogno di immaginare che le venga richiesta, come facevano i fotografi che l'hanno immortalata prima che finisse in clinica. D'altra parte il suo viso non è più in grado di mostrare alcunché e nella parte iniziale del romanzo assistiamo ad un susseguirsi di ricordi legati al suo lavoro, all'immagine che conserva di sé stessa, alla sua amica Evie e all'uomo che ama, Manus. Ma non sono bei ricordi: Manus l'ha abbandonata tradendola con Evie e ora Shannon è completamente sola.

Uno si aspetterebbe di vedere i genitori della ragazza precipitarsi in clinica, cercare di starle vicino, che so, tentare di rendersi utili, ma Palahniuk ha una concezione della famiglia che si discosta leggermente dalla cosiddetta normalità. Fin dalle prime pagine, infatti, si insinua tra i pensieri di Shannon il fantasma del fratello Shane, cacciato di casa quando era ancora un ragazzino a causa della sua omosessualità, malvista dai genitori.
Shannon avrebbe potuto evitargli almeno la prima notte in mezzo ad una strada, ma non lo fa: suo fratello ha sempre avuto troppe attenzioni per i suoi gusti. Ha un bel cervello, un bell'aspetto e tutto quanto serve per essere benvoluto; in più, una volta gli è esplosa una bomboletta di lacca in faccia e da allora è il cocco di casa. Dunque, che rimanga fuori a dar fuoco ai panni stesi: se è l'unico modo di ottenere un minimo di affetto dai suoi, meglio convivere col senso di colpa per tutta la vita.
Tanto peggio se poi, qualche tempo dopo, suo padre riceverà una telefonata da qualcuno che gli annuncia ridendo della morte di suo figlio per HIV. Pazienza se da quel momento mamma e papà diventeranno i più grandi esperti di pratiche sessuali estreme e si barricheranno in casa per proteggersi da ipotetici vandali omofobici. Ben vengano i profilattici impacchettati sotto l'albero di Natale per essere sicuri che Shannon, ignorata come e più di prima, faccia sesso sicuro e non faccia loro rivivere la tragedia di perdere un figlio.
Insomma, diciamo che la ragazza non aveva considerato bene le conseguenze della sua decisione.

Già fin qui, ci si sente tempestati di informazioni: i tasselli della storia familiare di Shannon non ci vengono presentati uno dopo l'altro, ma con la frammentarietà che contraddistingue una mente sotto shock che non ha alcuna voglia di rivivere il suo passato e vorrebbe solo allontanarsene a gambe levate. Palahniuk è molto abile nell'imbastire una fitta rete di avvenimenti che distolgono l'attenzione del personaggio dai suoi problemi reali, proprio come fa ognuno di noi costruendosi giorno per giorno degli alibi che ci permettano di non affrontare le situazioni per quello che sono.
I colpi di scena diventano la normalità: non c'è pagina che non ne nasconda uno, ma non perché l'autore sia a corto di idee e cerchi in ogni modo di mantenere vivo l'interesse del lettore, bensì per avere il tempo di scoprire ad una ad una le sue carte e rivelarci il quadro completo solo alla fine. Il suo linguaggio caustico e aggressivo e i suoi personaggi estremi sono necessari per mostrarci non la bellezza comunemente intesa e facilmente riconoscibile, ma la sua essenza, nascosta tra le righe delle storie più assurde.

Shannon sa bene che la sua carriera è terminata, non ha più nulla da fare se non cercare di rimettersi in sesto, per cui è costretta a guardarsi dentro tutti i giorni per ricostruire un'immagine di sé da proporre agli altri. Il compito è molto duro e lei sembra soccombere, ma alla fine arriva Polly. Cioè no, arriva Brandy.
Brandy Alexander frequenta la stessa clinica di Shannon, ma per motivi diversi: era un uomo, mentre ora è una sventolona ultra sexy sempre truccata e ingioiellata, dalla sicurezza e dalla femminilità esplosive. E' naturale che faccia l'effetto del miele con le api per un mostro senza volto che non sa più cosa significa essere guardate con desiderio. Soprattutto, Brandy è l'unica che può mostrarle l'aspetto di una persona per quello che è: un artificio, un'illusione costruita a tavolino con l'aiuto di chirurghi, logopedisti, bei vestiti, tanto trucco e una quantità di medicinali che basterebbe per un anno ad una intera Nazione. Quando Palahniuk scrive di Brandy c'è una parola ricorrente, una di quelle che definiremmo parole chiave per la loro capacità di riassumere un'immagine, un concetto, un pensiero, e quella parola è: tette.

L'arrivo di Brandy nella vita di Shannon provoca una reazione a catena che finirà con la morte della prima nelle braccia della seconda alla fine del libro. Palahniuk ce lo annuncia fin dalle prime pagine, per cui ci arriviamo preparati e francamente neanche troppo scossi. In mezzo ci sono due incendi, entrambi provocati dalla ex modella: si comincia con la casa di Evie, che le ha offerto un tetto dopo essere uscita dalla clinica. Evie non c'è e durante la notte, guarda caso, arriva Manus con un coltello degno di un film di Hitchcock. Shannon ora sa che è stata la sua amica a spararle, ma poiché le è andata male ha mandato i rinforzi.
Niente, Shannon non vuole morire: dà fuoco a tutto, chiude Manus nel portabagagli della sua auto e va a prendere Brandy dalle sorelle Rhea per iniziare la fuga.

Un attimo: chi sono le sorelle Rhea?
Sono trans come Brandy: le hanno pagato tutte le operazioni che, da ragazzino scappato di casa e dal viso sfigurato, l'hanno trasformata nella versione porno di Barbie. Vi si è accesa una lucetta?

Dicevamo: comincia la fuga. Qui Palahniuk ha un autentico colpo di originalità: secondo voi come fanno una donna senza volto, un quasi-omicida e un trans a procurarsi da vivere mentre scappano da uno Stato all'altro? Semplice: visitando case extra lusso fingendosi potenziali compratori, rubando tutte le medicine che riescono a trovare durante la visita e rivendendole in giro.
Intanto Brandy non rinuncia a servirsi abbondantemente dalla scorta e anche Manus, a sua insaputa, ne fa incetta: Shannon gli versa sempre qualcosa nel bicchiere per dargli la grande opportunità di diventare una donna bella come Brandy.
Inutile dirlo: la nostra modella è ancora innamorata di Manus, ma è un tantino incazzata perché più ci pensa, più si rende conto di non essere mai stata amata veramente né da lui, né dalla sua famiglia, né dalla sua unica amica. Dai suoi flashback emerge una Evie sempre intenta a modificare la sua immagine per diventare più bella, mentre Manus, che di professione faceva il poliziotto ma non aveva altre qualità oltre al fatto di essere bello, veniva usato per attirare omosessuali in cerca di sesso nei parchi, fin quando la sua faccia era diventata troppo conosciuta in giro perché qualcuno si potesse avvicinare senza temere di essere arrestato. Shannon aveva dovuto assistere allo spettacolo di un uomo intento a provarsi costumi sempre più attillati e provocanti per non perdere una posizione lavorativa già di per sé squallida e si era resa conto, tutto d'un tratto, di aver perso l'amore.

Saranno anche mostri, ma non sono scemi: sanno bene che il loro viaggio non può continuare in eterno. La resa dei conti arriva per tutti. E infatti, poiché le cose semplicemente accadono (accade che tuo figlio è omosessuale anche se non vuoi, accade che gli esploda una bomboletta di lacca in faccia e che la polizia ti accusi di maltrattamento su minori, accade che qualcuno spari in faccia a tua figlia che guarda caso fa la modella e con la faccia ci campa, accade che mentre fugge da sé stessa incontri suo fratello in tacchi a spillo e minigonna...), accade anche che i nostri eroi si infilino proprio in una delle case di Evie durante i preparativi del suo matrimonio con un cretino scelto a caso dalla famiglia per impedirle di fare altri danni in giro. E mentre un altro prototipo di mamma anaffettiva racconta di come sua figlia fosse in realtà un uomo e si chiamasse Evan, Shannon ripensa all'unico elemento purificatore della sua esistenza: il fuoco.
Il fuoco che ha sfigurato Shane innescando la distruzione della sua famiglia. Il fuoco che le ha bruciato i vestiti la notte che Shane se n'è andato, pieno di rabbia da sfogare su sé stesso. Il fuoco che ha bruciato la casa della sua finta amica. Il fuoco che ora brucerà l'ipocrisia di un matrimonio senza amore. Soprattutto, il fuoco che le ha portato via il viso. Con una differenza: il colpo di fucile lei lo ha desiderato con tutta sé stessa per liberarla dalla prigione che era diventata il suo bellissimo corpo. Ricominciare da capo, poter essere amata: è questo ciò che voleva quando si è sparata. E ora finalmente è in grado di ammetterlo.

Shannon assiste pietrificata all'immagine di Evie che scende le scale di casa col suo vestito da sposa bruciato e un fucile in mano. La guarda mirare a Brandy che ride di gusto, accusarla di tutto. Brandy somiglia moltissimo a Shannon, mentre nessuno sa chi sia la mummia coperta di veli che le sta affianco senza muovere un dito. Ancora una volta, Shannon non riesce ad aiutare Shane, ma questa volta almeno può prendersi la colpa del male che la circonda.
Manus ed Evie hanno sospettato l'uno dell'altra: è lei che ha permesso loro di farlo, rimanendo in clinica ad aspettare che le cose, semplicemente, accadessero. Shane è diventato Brandy perché le uniche persone disposte ad accoglierlo erano le sorelle Rhea; non lo desiderava veramente, voleva solo farsi del male per aver distrutto la sua famiglia, e Shannon avrebbe potuto farlo entrare prima di perderlo per sempre: non lo ha fatto, stava aspettando che il destino di suo fratello si compisse. I suoi genitori sono impazziti dal dolore di una perdita che non hanno capito: Shannon poteva parlare, dire alla polizia che la bomboletta era esplosa per caso e nessuno aveva voluto fare del male a Shane, avrebbe potuto difenderlo nel momento in cui i suoi non avevano saputo gestire la situazione e permettere loro di riflettere. Non lo ha fatto e la cosa comica è che la colpa di tutto non è sua, ma lo è diventata quando ha deciso di non reagire. Si è limitata ad aspettare l'amore come se le fosse dovuto, per poi capire, finalmente, che l'amore non si aspetta: si conquista.

E così, Shannon reagisce. Il caso, infatti, per quanto caino, le dà un'altra possibilità: Shane ha subito un bel colpo, si vede dal viso livido e sofferente che le sorelle Rhea, riunite intorno al letto d'ospedale, tentano di trasformare in quello di Brandy con un bel po' di trucco. Ma suo fratello non è morto: aspetta solo di risvegliarsi.
Il momento di ricominciare è arrivato, questa volta ce la può fare: lascia i suoi documenti nelle mani del fratello per regalargli una nuova identità, si toglie i veli dalla faccia ed esce.
Ad aspettarla fuori, milioni di mostri invisibili.

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