Non è una barzelletta:
se non lo avete capito, questo è un libro di Palahniuk. E dentro ci
sono i suoi mostri personali. Non tutti, per fortuna.
Dunque, dal principio.
Cosa
rende bella una donna? I più politically
correct
mi diranno: l'unione di bell'aspetto, un cervello che funziona e buon
cuore. Ci si potrebbero scrivere libri. Ecco, Palahniuk l'ha fatto,
ma uno se ne rende conto solo alla fine.
La protagonista è una
modella, Shannon McFarland, abituata a lavorare con la sua bellezza
esteriore. La incontriamo mentre, nel letto di una clinica, cerca il
coraggio di ricominciare dopo un tragico incidente che le ha portato
via il volto.
In realtà più che un
incidente è stato un tentato omicidio: qualcuno le ha sparato
tagliandole via tutto quello in cui si era identificata fino a quel
momento. La sua narrazione è continuamente interrotta da flash di
macchine fotografiche invisibili: per mostrare un'emozione ha bisogno
di immaginare che le venga richiesta, come facevano i fotografi che
l'hanno immortalata prima che finisse in clinica. D'altra parte il
suo viso non è più in grado di mostrare alcunché e nella parte
iniziale del romanzo assistiamo ad un susseguirsi di ricordi legati
al suo lavoro, all'immagine che conserva di sé stessa, alla sua
amica Evie e all'uomo che ama, Manus. Ma non sono bei ricordi: Manus
l'ha abbandonata tradendola con Evie e ora Shannon è completamente
sola.
Uno si aspetterebbe di
vedere i genitori della ragazza precipitarsi in clinica, cercare di
starle vicino, che so, tentare di rendersi utili, ma Palahniuk ha una
concezione della famiglia che si discosta leggermente dalla
cosiddetta normalità. Fin dalle prime pagine, infatti, si insinua
tra i pensieri di Shannon il fantasma del fratello Shane, cacciato di
casa quando era ancora un ragazzino a causa della sua omosessualità,
malvista dai genitori.
Shannon avrebbe potuto
evitargli almeno la prima notte in mezzo ad una strada, ma non lo fa:
suo fratello ha sempre avuto troppe attenzioni per i suoi gusti. Ha
un bel cervello, un bell'aspetto e tutto quanto serve per essere
benvoluto; in più, una volta gli è esplosa una bomboletta di lacca
in faccia e da allora è il cocco di casa. Dunque, che rimanga fuori
a dar fuoco ai panni stesi: se è l'unico modo di ottenere un minimo
di affetto dai suoi, meglio convivere col senso di colpa per tutta la
vita.
Tanto peggio se poi,
qualche tempo dopo, suo padre riceverà una telefonata da qualcuno
che gli annuncia ridendo della morte di suo figlio per HIV. Pazienza
se da quel momento mamma e papà diventeranno i più grandi esperti
di pratiche sessuali estreme e si barricheranno in casa per
proteggersi da ipotetici vandali omofobici. Ben vengano i
profilattici impacchettati sotto l'albero di Natale per essere sicuri
che Shannon, ignorata come e più di prima, faccia sesso sicuro e non
faccia loro rivivere la tragedia di perdere un figlio.
Insomma, diciamo che la
ragazza non aveva considerato bene le conseguenze della sua
decisione.
Già fin qui, ci si
sente tempestati di informazioni: i tasselli della storia familiare
di Shannon non ci vengono presentati uno dopo l'altro, ma con la
frammentarietà che contraddistingue una mente sotto shock che non ha
alcuna voglia di rivivere il suo passato e vorrebbe solo
allontanarsene a gambe levate. Palahniuk è molto abile
nell'imbastire una fitta rete di avvenimenti che distolgono
l'attenzione del personaggio dai suoi problemi reali, proprio come fa
ognuno di noi costruendosi giorno per giorno degli alibi che ci
permettano di non affrontare le situazioni per quello che sono.
I colpi di scena
diventano la normalità: non c'è pagina che non ne nasconda uno, ma
non perché l'autore sia a corto di idee e cerchi in ogni modo di
mantenere vivo l'interesse del lettore, bensì per avere il tempo di
scoprire ad una ad una le sue carte e rivelarci il quadro completo
solo alla fine. Il suo linguaggio caustico e aggressivo e i suoi
personaggi estremi sono necessari per mostrarci non la bellezza
comunemente intesa e facilmente riconoscibile, ma la sua essenza,
nascosta tra le righe delle storie più assurde.
Shannon sa bene che la
sua carriera è terminata, non ha più nulla da fare se non cercare
di rimettersi in sesto, per cui è costretta a guardarsi dentro tutti
i giorni per ricostruire un'immagine di sé da proporre agli altri.
Il compito è molto duro e lei sembra soccombere, ma alla fine arriva
Polly. Cioè no, arriva Brandy.
Brandy Alexander
frequenta la stessa clinica di Shannon, ma per motivi diversi: era un
uomo, mentre ora è una sventolona ultra sexy sempre truccata e
ingioiellata, dalla sicurezza e dalla femminilità esplosive. E'
naturale che faccia l'effetto del miele con le api per un mostro
senza volto che non sa più cosa significa essere guardate con
desiderio. Soprattutto, Brandy è l'unica che può mostrarle
l'aspetto di una persona per quello che è: un artificio,
un'illusione costruita a tavolino con l'aiuto di chirurghi,
logopedisti, bei vestiti, tanto trucco e una quantità di medicinali
che basterebbe per un anno ad una intera Nazione. Quando Palahniuk
scrive di Brandy c'è una parola ricorrente, una di quelle che
definiremmo parole chiave per la loro capacità di riassumere
un'immagine, un concetto, un pensiero, e quella parola è: tette.
L'arrivo di Brandy
nella vita di Shannon provoca una reazione a catena che finirà con
la morte della prima nelle braccia della seconda alla fine del libro.
Palahniuk ce lo annuncia fin dalle prime pagine, per cui ci arriviamo
preparati e francamente neanche troppo scossi. In mezzo ci sono due
incendi, entrambi provocati dalla ex modella: si comincia con la casa
di Evie, che le ha offerto un tetto dopo essere uscita dalla clinica.
Evie non c'è e durante la notte, guarda caso, arriva Manus con un
coltello degno di un film di Hitchcock. Shannon ora sa che è stata
la sua amica a spararle, ma poiché le è andata male ha mandato i
rinforzi.
Niente, Shannon non
vuole morire: dà fuoco a tutto, chiude Manus nel portabagagli della
sua auto e va a prendere Brandy dalle sorelle Rhea per iniziare la
fuga.
Un attimo: chi sono le
sorelle Rhea?
Sono trans come Brandy:
le hanno pagato tutte le operazioni che, da ragazzino scappato di
casa e dal viso sfigurato, l'hanno trasformata nella versione porno
di Barbie. Vi si è accesa una lucetta?
Dicevamo: comincia la
fuga. Qui Palahniuk ha un autentico colpo di originalità: secondo
voi come fanno una donna senza volto, un quasi-omicida e un trans a
procurarsi da vivere mentre scappano da uno Stato all'altro?
Semplice: visitando case extra lusso fingendosi potenziali
compratori, rubando tutte le medicine che riescono a trovare durante
la visita e rivendendole in giro.
Intanto Brandy non
rinuncia a servirsi abbondantemente dalla scorta e anche Manus, a sua
insaputa, ne fa incetta: Shannon gli versa sempre qualcosa nel
bicchiere per dargli la grande opportunità di diventare una donna
bella come Brandy.
Inutile dirlo: la
nostra modella è ancora innamorata di Manus, ma è un tantino
incazzata perché più ci pensa, più si rende conto di non essere
mai stata amata veramente né da lui, né dalla sua famiglia, né
dalla sua unica amica. Dai suoi flashback emerge una Evie sempre
intenta a modificare la sua immagine per diventare più bella, mentre
Manus, che di professione faceva il poliziotto ma non aveva altre
qualità oltre al fatto di essere bello, veniva usato per attirare
omosessuali in cerca di sesso nei parchi, fin quando la sua faccia
era diventata troppo conosciuta in giro perché qualcuno si potesse
avvicinare senza temere di essere arrestato. Shannon aveva dovuto
assistere allo spettacolo di un uomo intento a provarsi costumi
sempre più attillati e provocanti per non perdere una posizione
lavorativa già di per sé squallida e si era resa conto, tutto d'un
tratto, di aver perso l'amore.
Saranno anche mostri,
ma non sono scemi: sanno bene che il loro viaggio non può continuare
in eterno. La resa dei conti arriva per tutti. E infatti, poiché le
cose semplicemente accadono (accade che tuo figlio è omosessuale
anche se non vuoi, accade che gli esploda una bomboletta di lacca in
faccia e che la polizia ti accusi di maltrattamento su minori, accade
che qualcuno spari in faccia a tua figlia che guarda caso fa la
modella e con la faccia ci campa, accade che mentre fugge da sé
stessa incontri suo fratello in tacchi a spillo e minigonna...),
accade anche che i nostri eroi si infilino proprio in una delle case
di Evie durante i preparativi del suo matrimonio con un cretino
scelto a caso dalla famiglia per impedirle di fare altri danni in
giro. E mentre un altro prototipo di mamma anaffettiva racconta di
come sua figlia fosse in realtà un uomo e si chiamasse Evan, Shannon
ripensa all'unico elemento purificatore della sua esistenza: il
fuoco.
Il fuoco che ha
sfigurato Shane innescando la distruzione della sua famiglia. Il
fuoco che le ha bruciato i vestiti la notte che Shane se n'è andato,
pieno di rabbia da sfogare su sé stesso. Il fuoco che ha bruciato la
casa della sua finta amica. Il fuoco che ora brucerà l'ipocrisia di
un matrimonio senza amore. Soprattutto, il fuoco che le ha portato
via il viso. Con una differenza: il colpo di fucile lei lo ha
desiderato con tutta sé stessa per liberarla dalla prigione che era
diventata il suo bellissimo corpo. Ricominciare da capo, poter essere
amata: è questo ciò che voleva quando si è sparata. E ora
finalmente è in grado di ammetterlo.
Shannon assiste
pietrificata all'immagine di Evie che scende le scale di casa col suo
vestito da sposa bruciato e un fucile in mano. La guarda mirare a
Brandy che ride di gusto, accusarla di tutto. Brandy somiglia
moltissimo a Shannon, mentre nessuno sa chi sia la mummia coperta di
veli che le sta affianco senza muovere un dito. Ancora una volta,
Shannon non riesce ad aiutare Shane, ma questa volta almeno può
prendersi la colpa del male che la circonda.
Manus ed Evie hanno
sospettato l'uno dell'altra: è lei che ha permesso loro di farlo,
rimanendo in clinica ad aspettare che le cose, semplicemente,
accadessero. Shane è diventato Brandy perché le uniche persone
disposte ad accoglierlo erano le sorelle Rhea; non lo desiderava
veramente, voleva solo farsi del male per aver distrutto la sua
famiglia, e Shannon avrebbe potuto farlo entrare prima di perderlo
per sempre: non lo ha fatto, stava aspettando che il destino di suo
fratello si compisse. I suoi genitori sono impazziti dal dolore di
una perdita che non hanno capito: Shannon poteva parlare, dire alla
polizia che la bomboletta era esplosa per caso e nessuno aveva voluto
fare del male a Shane, avrebbe potuto difenderlo nel momento in cui i
suoi non avevano saputo gestire la situazione e permettere loro di
riflettere. Non lo ha fatto e la cosa comica è che la colpa di tutto
non è sua, ma lo è diventata quando ha deciso di non reagire. Si è
limitata ad aspettare l'amore come se le fosse dovuto, per poi
capire, finalmente, che l'amore non si aspetta: si conquista.
E così, Shannon
reagisce. Il caso, infatti, per quanto caino, le dà un'altra
possibilità: Shane ha subito un bel colpo, si vede dal viso livido e
sofferente che le sorelle Rhea, riunite intorno al letto d'ospedale,
tentano di trasformare in quello di Brandy con un bel po' di trucco.
Ma suo fratello non è morto: aspetta solo di risvegliarsi.
Il momento di
ricominciare è arrivato, questa volta ce la può fare: lascia i suoi
documenti nelle mani del fratello per regalargli una nuova identità,
si toglie i veli dalla faccia ed esce.
Ad aspettarla fuori,
milioni di mostri invisibili.
Ascolto consigliato:
disegnai un paio di tavole su questo libro, quando ero al terzo anno di corso alla Comix di Napoli (quanti anni saranno passati!? 3?...4? boh!)
RispondiElimina:)
Bella recensione!!
Me le vuoi postare? Mi farebbe piacere vederle! Potrei inserirle come immagine per il post, ovviamente citandoti all'interno di esso.
EliminaGrazie per il complimento, ce la metto tutta ;)