lunedì 15 ottobre 2012

Laura Puppato e il PD che (non) cambia

In vista delle elezioni politiche del 2013, il 25 novembre 2012 si terranno le elezioni primarie del centrosinistra per eleggere il leader tra i partiti che fanno parte della coalizione: Pd, Sel e PsiI principali sfidanti sono il segretario del Pd Pierluigi Bersani, il sindaco di Firenze Matteo Renzi (di cui abbiamo già avuto modo di parlare su questo blog) e il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
Tra i candidati "minori", però, ce n'è una (ebbene si, una donna) di cui si parla molto poco ma che suscita la simpatia di molti, compreso Beppe Grillo: è Laura Puppato, che ha comunicato la sua candidatura il 13 settembre scorso.

Classe 1957, proveniente dalla provincia di Treviso, abbandona la facoltà di scienze politiche per dedicarsi alla maternità. 
Attivista e presidentessa di una sezione del WWF, si candida a sindaco di Montebelluna per scongiurare la costruzione di un inceneritore nella zona: viene appoggiata dall'Ulivo e, a sorpresa, vince. Sarà rieletta nel 2007 e sotto la sua guida il comune è diventato il primo tra quelli con più di 25mila abitanti a riciclare tutti i suoi rifiuti. 
Sfiora le elezioni europee col Pd nel 2009, diventa consigliere regionale nel 2010 per la Regione Veneto con un alto numero di preferenze nonostante l'esito disastroso del suo partito, del quale diventa capogruppo nella stessa Regione.
Infine, la candidatura di cui sopra.

Come lei stessa tiene a chiarire ogni volta che qualcuno gliene dà la possibilità, candidandosi non ha cercato lo scontro né con Renzi, né con Bersani: ha voluto piuttosto proporre un'alternativa ad una lotta fratricida in seno ad un partito che ha perso molti dei suoi elettori. Parlare solo di elezioni ha distolto l'attenzione dei politici dai programmi e dalle proposte ai cittadini, i quali vorrebbero vederli impegnati a risolvere i problemi della comunità invece di assistere ai battibecchi per le poltrone.
Nonostante affermi di avere un ottimo rapporto con Bersani, la Puppato contesta il rapporto del partito di cui è segretario con i giovani: le loro candidature dipenderebbero non da competenze specifiche, ma dal loro grado di fedeltà a chi comanda. Non è clemente nemmeno con Renzi: quella della lotta generazionale sarebbe una trovata per raccattare voti. Salvo poi ammettere che al Pd serviranno la competenza del più anziano unita alle energie del più giovane... magari con una donna al comando a fare da paciere.

Dal suo sito apprendiamo che la campagna elettorale toccherà una trentina di città raggiunte esclusivamente in treno e si baserà sull'aiuto di volontari e comitati sorti spontaneamente in giro per il Paese. 
La comunicazione sarà portata avanti tramite internet (la Puppato ha un blog sul Fatto Quotidiano e  uno su Micromega, il già citato sito, e profili su praticamente tutti i social network esistenti) e l'obiettivo sarà di ottenere il massimo risultato con la minima spesa.

Andiamo al sodo: cosa farebbe Laura Puppato se venisse eletta a capo del partito e magari anche del Paese?
Il suo programma è orientato principalmente all'economia verde, al risparmio energetico e allo stop edilizio: niente più nuove costruzioni a deturpare l'Italia, meglio ristrutturare quelle che già ci sono. 
Quali siano le energie da sfruttare (idrica? eolica? geotermica?) non viene specificato, come anche quali possano essere i siti da prendere in considerazione per la costruzione di nuovi impianti o quali saranno i fondi stanziati a questo scopo.
Nessun accenno al finanziamento alla ricerca in campo tecnologico per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale o a temi di importanza capitale come grandi opere (TAV o non TAV?) e acqua pubblica.

Sotto la voce lavoro, la proposta base si riallaccia all'idea dell'energia sostenibile, che porterebbe migliaia di nuovi posti di lavoro. 
La proposta più concreta è quella di assicurare un posto di lavoro stabile alle nuove generazioni attraverso una diminuzione del 30% del costo dei contratti a tempo indeterminato, di cui un 20% recuperato dal fisco e un 10% di riduzione del salario dei nuovi assunti. 
Come dire: stipendio basso, tasse più alte ma almeno un lavoro con cui pagarle.
Inoltre la Puppato auspica che si possa depennare il contratto a tempo determinato per sostituirlo con qualcosa di più rispettoso dei diritti del lavoratore. Il programma, però, non scende nei dettagli.

Altra tematica importante per un politico italiano è quella dei costi della politica: il programma parla di imporre un tetto ai finanziamenti pubblici ai partiti, impone trasparenza di bilancio e criteri di massima onestà per la scelta di candidati da parte del partito, il quale dovrà rifiutare chiunque non sia incensurato. Criteri che non vengono chiariti.
In tema di diritti civili, invece, emerge una politica più decisa: Laura Puppato è favorevole al testamento biologico, al riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati, alle unioni tra omosessuali e alla fecondazione eterologa
Sono queste, forse, le principali differenze emerse tra lei e gli altri candidati alle primarie e lei stessa riconosce di essere praticamente la sola a sostenere queste posizioni.

La maggiore critica che la Puppato fa al suo partito è di non riuscire a prendere delle decisioni per paura di deludere una parte degli elettori. Da oggi, però, se ne aggiunge un'altra: in un'intervista a Libero emerge l'ultima polemica riguardante i meccanismi poco chiari delle primarie
Già nei giorni scorsi, infatti, era stato chiesto ai candidati di raccogliere "95 firme tra i delegati all'Assemblea Nazionale o, in alternativa, le firme del 3% degli iscritti al Pd (18mila persone). Il tutto in una settimana", e ancora, "sabato è stato deciso che, oltre a quanto detto, i candidati debbano in soli 10 giorni (entro il 25 ottobre) raccogliere 20mila firme di elettori del centrosinistra, riconosciuti non si sa bene come, con il limite di non più di 2mila per Regione".
Insomma, una farsa per favorire la candidatura dei soliti noti, che spiegherebbe anche come mai sia stato concesso poco spazio alla Puppato su tv, giornali e radio.

Laura Puppato appare a molti elettori del centrosinistra come la persona più credibile e onesta che il partito possa offrire in questo momento: non ha pendenze con la giustizia, afferma con forza le sue posizioni in campo di diritti civili ed è un'icona di sobrietà. 
Lavora però all'interno di un partito che la critica aspramente o peggio la censura. Critica le lotte di potere e poi le alimenta candidandosi a sua volta. Critica atteggiamenti classisti di chi vuole rottamare il partito e poi cerca l'appoggio delle associazioni femministe per il solo fatto di essere una delle poche donne in politica, come se la lotta tra sessi non fosse controproducente esattamente come quella generazionale.
Inoltre, fermo restando che energie rinnovabili e sviluppo sostenibile possano e debbano essere una grande risorsa per il nostro Paese, c'è da chiedersi come mai una che parla di sviluppo appoggi in pieno un governo tecnico foriero di riforme suicide per la nostra economia. 
Europeista al punto di candidarsi alle elezioni europee del 2009, la Puppato ha affermato che l'Unione ha portato enormi benefici a Paesi come Spagna, Portogallo e Grecia, tralasciando di dire che proprio in questi mesi gli stessi Paesi sono strozzati dalla BCE e dal FMI con un Piano volto a soddisfare le esigenze dei più forti della zona euro.
Il governo tecnico che il Pd ha sempre appoggiato sta smantellando la scuola e tagliando migliaia di posti di lavoro. Come fa un politico che appoggia Monti a parlare di sviluppo, oltretutto diffondendo un programma che diventa misteriosamente fumoso proprio nei punti in cui i cittadini aspettano risposte concrete e in contrasto con l'austerity che ci è stata imposta?

Si ha l'impressione che i politici, per quanto in buona fede come sembra essere Laura Puppato, si accontentino di gridare al nuovo proponendo all'elettore la solita minestra riscaldata di sempre: si proclamano paladini dalle idee rivoluzionarie, ma non sono in grado di proporre programmi precisi, puntuali e credibili, limitandosi a ricalcare le politiche dannose e fallimentari di chi continua ad assicurare loro i privilegi di cui hanno goduto per anni. 
Ma soprattutto hanno perso il contatto con chi dovrebbe sostenerli.

Ascolto consigliato:


2 commenti:

  1. Non mi convince il PD e non mi convincono le stesse primarie. Non erano meglio i vecchi congressi di partito, in cui i delegati dai tesserati stabilivano linea e leadership? Perchè si è importato il sistema delle primarie (usato dalle antiche tribù indiane americane col nome di "caucus")? Forse perchè per un voto ora bastano 2 euro in mano ad un cliente politico: mentre prima dovevi avere la maggioranza in una sezione di partito, che mandava al congresso un delegato pronto a votare per te. Comprare i voti era più difficile (se non impossibile). Contrariamente a quanto si dice la "forma partito" è modernissima, sono i "movimenti", le liste civiche e le primarie ad essere primitivi politicamente. Ed è assurda l'idea di importare le primarie dagli USA, in un paese molto diverso socialmente e culturalmente come l'Italia.

    Carlo Orosei

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  2. Il PD non convince nemmeno me.
    Penso che l'idea delle primarie sia venuta fuori dal momento storico che stiamo vivendo: sono sempre di più quelli che si allontanano dalla politica, per cui si adottano nuove forme di coinvolgimento degli elettori, per farli sentire meno avulsi dalla realtà del partito. In questo caso, le primarie sembrano l'incontro tra demagogia e strumentalizzazione, visto che sono foriere di nuove polemiche in seno al partito stesso, cosa che peggiora la visione della politica da parte del cittadino.
    E' un pò il messaggio che volevo far passare con questo post :)

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