Ieri si è aperta la stagione della caccia. Pro o contro? Informiamoci prima di farci un'idea.
Ultimamente sono stata dal veterinario col mio cane e come al solito ho avuto una piccola discussione con alcuni cacciatori che erano lì coi loro supporti, ovvero i loro cani da caccia. Non sono capace di intendere la caccia come un passatempo: per me è un prolungamento inutile del nostro lato animale, un pò come il coccige. Ma poiché avere il dubbio di sbagliare aiuta a restare mentalmente attivi, mi sono voluta informare su quella che alcuni chiamano arte.
Cominciamo dalle definizioni:
La caccia è la pratica di catturare o uccidere animali, solitamente selvatici, per procurarsi cibo, pelli o altre materie oppure per scopo ricreativo. La caccia può anche avere un ruolo nella gestione della fauna selvatica, ad esempio per mantenere la popolazione di una certa specie all'interno delle capacità di sostentamento dell'ambiente ecologico. In Italia, come negli Stati Uniti e in molti paesi occidentali, le guardie forestali e ecologi partecipano alla scrittura delle norme di regolamentazione della caccia in modo che le quote e i metodi permessi garantiscano il preservamento della fauna selvatica.
Aspetta un momento.
Questo significa che l'uomo, tramite la caccia, ammazza gli animali in più negli ambienti che lo circondano per evitare che essi non abbiano niente da mangiare. Quindi in pratica ammazziamo gli animali per evitare che muoiano di fame. Forse preferirebbero morire da soli.
Altra interpretazione: un habitat potrebbe essere distrutto dalle specie che lo abitano. Per fortuna c'è l'uomo, sempre pronto a rispettare la natura.
Visitando i forum dei cacciatori ho notato che spesso si fregiano di avere una funzione sociale. Date un'occhiata a questo articolo.
A Varese si ammazzano i cinghiali per impedire che questi ultimi distruggano le colture degli uomini, ma nell'articolo si evidenzia la necessità di abbattere anche gli esemplari avvistati al di fuori delle zone da proteggere, circondate da recinti elettrificati.
Domanda provocatoria: nel territorio che noi chiamiamo Varese sono arrivati prima i cinghiali o prima noi? Non dovrebbe essere chi viene dopo a preoccuparsi di non dare fastidio a chi c'era prima?
I cacciatori però pensano davvero di fare cosa gradita a tutta la popolazione civile, tanto è vero che sul sito della Federazione Italiana della Caccia si legge:
La Federazione Italiana della Caccia sta lavorando per attivare tutte le procedure necessarie, affinché venga al più presto riconosciuta a livello nazionale come associazione di Protezione Civile. Questo ci consentirà, tramite le nostre guardie e i nostri tesserati, di presidiare il territorio in via ufficiale accanto alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco e al Corpo Forestale dello Stato, per la prevenzione degli incendi e per altri compiti che ci verranno assegnati. In tal senso esistono già alcuni precedenti a livello territoriale, come ad esempio quello della Federcaccia Lazio, riconosciuta nel 2005 dalla Regione Lazio come associazione di Protezione Civile i cui volontari, tra le altre attività, sono stati impegnati a L'Aquila per gli aiuti alle popolazioni terremotate.
Tanto di cappello a chi lavora per la comunità. Ma se queste persone sono così sensibili, come mai vanno a cacciare su territori devastati dagli incendi che loro stessi si impegnano a prevenire?
In un comunicato stampa del 2007 del WWF si legge:
Dichiara Dante Caserta, Presidente Regionale del WWF: -Molti cacciatori affermano di essere loro i primi ambientalisti: questo si traduce nello sparare con il piombo ad animali di poche centinaia di grammi durante una stagione di incendi e siccità.
I cacciatori però non sono molto disponibili al dialogo con le associazioni animaliste: chiunque si faccia un giro sui loro forum vedrà che è in atto una vera e propria guerra di opinione tra le due fazioni.
Ad esempio recentemente, è comparsa questa notizia su un sito pro caccia:
Enpa, Lav, Lipu e Wwf annunciano la nascita di un osservatorio nazionale per monitorare sulla corretta applicazione delle normative sulla tutela degli animali selvatici. L'organismo sarà composto da giuristi, esperti faunistici e studiosi delle varie associazioni e vigilerà in particolare sulla corretta formulazione dei calendari venatori nelle varie regioni e sulla loro emanazione entro il 15 giugno, come previsto dalla normativa nazionale.
I commenti sono stati furibondi. Molti propongono di istituire un osservatorio per capire dove vanno i soldi donati alle associazioni animaliste, protestano perché caccia e ambiente sono una cosa sola e addirittura c'è un commento nel quale gli impianti eolici sono presentati come occasioni per mangiare soldi da parte dei comuni.
Un argomento sul quale le lotte degli ambientalisti non si sono mai interrotte è l'abolizione dell'Art. 842 del Codice Civile, considerato incostituzionale. Esso permette ai cacciatori di accedere ad un fondo senza il permesso del proprietario.
In pratica se si possiede un terreno non c'è modo di impedire ad un cacciatore di praticare la sua attività al suo interno: mentre un cittadino normale potrebbe essere accusato di violazione di domicilio, il cacciatore no.
Sul sito della Lega per l'Abolizione della Caccia trovate tutte le informazioni sulla battaglia ancora in corso (viene anche riportata la storia di una persona che è riuscita ad evitare che i cacciatori avessero accesso ai suoi possedimenti).
Ancora più interessanti, però, sono le reazioni dei cacciatori: sullo stesso sito che ho citato prima, BigHunter.it, qualcuno si offende per il tentativo di abolire l'articolo:
Sconcertati e nauseati da un tale comportamento, i cacciatori italiani non possono, a nostro avviso, stare a guardare e subire l'umiliazione da parte di una classe politica ormai scaduta come il latte, e cieca com'è nel non rendersi conto che l'attività venatoria sia una risorsa e non un costo per il Paese.
Altro motivo di scontro è la diversa concezione che si ha degli animali e principalmente dei cani.
Sul sito della FACE,(Federazione delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione dell'UE), si legge:
Nessuna delle varie specie animali addestrate per la caccia ha mai avuto un'importanza paragonabile a quella dei cani. Dopo l'addomesticazione il cane perse la propria indipendenza evolutiva diventando un aiuto prezioso per la caccia. I cani da caccia moderni sono il risultato di millenni di selezione genetica ad un livello che è unico nel sue genere. Oggi i cani sono usati per stanare, inseguire o riportare la selvaggina e a volte per ucciderla. Esistono tutt'ora innumerevoli tipi di caccia che si avvalgono dell'ausilio del cane. Infatti l'olfatto sensibile dei cani permette ai cacciatori di scovare, inseguire e uccidere prede che, altrimenti, sarebbero molto difficili o pericolose da cacciare.
Già il fatto che modifichiamo gli esseri viventi a nostro uso e consumo secondo me è aberrante.
Vi invito, per chi non ha avuto occasione di farlo, ad andare in un canile e chiedere quanti siano i cani maltrattati e abbandonati perché difettosi: cani che non hanno l'istinto di cacciare nonostante l'uomo si sia sforzato di trasmetterglielo geneticamente, per cui sono inutili, sono solo un peso. Io ne ho visti parecchi.
Così come dal veterinario ho visto decine di cani malridotti dopo uno scontro andato male, di solito con un cinghiale.
Se la mia esperienza personale non vi basta, visitate il sito dell'Associazione AmiciCani e guardate tra le notizie quante riguardano i maltrattamenti dei cacciatori nei confronti dei loro animali.
E se ancora non bastasse, leggete questo articolo ma soprattutto i commenti.
L'articolo riguarda la protesta della Lav (Lega Anti Vivisezione) contro il Ministro Fazio che poco tempo fa ha riconosciuto la possibilità di effettuare le caudoctomie (ovvero il taglio della coda, il cui divieto è sancito dalla Convenzione europea per la protezione degli animali).
Al di là delle diverse opinioni che si possono avere sul fatto in sé, mi ha colpita in particolare un commento di un cacciatore:
Cani e gatti titolari di diritti soggettivi????? stiamo ancora in periodo carnevalizio????
Chiaramente non faccio di tutta l'erba un fascio, esistono senz'altro cacciatori che amano i loro animali, così come esistono volontari e animalisti che non fanno bene il loro lavoro.
Anzi, vorrei spezzare una lancia in favore dei cacciatori: spesso sui siti delle Associazioni animaliste si attribuiscono atti illegali alla pratica della caccia. In realtà il bracconaggio e la caccia sono due cose completamente diverse: non ci si può riferire alla caccia se si sta parlando di atti compiuti da bracconieri. Non mi pare, comunque, che la linea di pensiero dei cacciatori sia rispettosa dei diritti degli animali e non ho letto nessun commento indignato sotto quello che ho citato prima.
Associazioni a parte, la caccia non sembra essere vista come servizio civile nemmeno dal resto della popolazione: tra il 1980 e il 2001 il numero dei cacciatori è diminuito del 53,5%, mentre un sondaggio Eurisko del 2005 ha evidenziato che il 74.1% degli italiani è contrario alla caccia, il 15.2% è favorevole e il 10.1% indifferente.
Ad ogni modo, la caccia è tradizione e quindi va difesa. Lo sostiene la FACE, organizzazione internazionale non governativa senza scopo di lucro, che agisce nell'interesse di oltre 7.000.000 cacciatori europei.
Sul suo sito si legge:
La caccia costituisce un ricco mix di tradizioni e cultura. Le minacce ad essa sono molto di più di una semplice contrapposizione ad una singola attività rurale ma piuttosto si tratta di mettere a repentaglio una fonte inestimabile di informazioni culturali, ispirazione che nel corso dei secoli ha aggiungo e arricchito, il nostro patrimonio comune: arte, gastronomia, musica e letteratura. Tra le diverse regioni d'Europa, vi è una varietà e una diversità di tradizioni che contribuiscono a questa eredità culturale. Per questo minacciare queste tradizioni socio - culturali sarebbe un errore, in quanto entrambe le unità sono elementi importanti e uniscono non soltanto i 7.000.000 di cacciatori europei ma tutte le persone, uomini e donne, che hanno le loro passioni, interessi o posti di lavoro connessi con le attività di caccia. I cacciatori, sia urbani che rurali, sono le principali parti interessate alla campagna e le attività che essi proseguono,se caccia e conservazione, sono elementi essenziali che contribuiscono in modo significativo al tessuto sociale e culturale dell'Europa rurale.
Dalle tradizioni però non c'è bisogno di difendersi. E invece qualcuno si sente minacciato dalla caccia e ha fondato l'Associazione Vittime della Caccia, che si occupa di evidenziare alcuni aspetti pericolosi della pratica venatoria: ad esempio il fatto che la caccia favorisce la produzione di armi, che poi vengono tenute in casa e possono essere usate male dai cacciatori stessi, cosa non rara.
Una volta un cacciatore mi disse che la sua attività era motivata dal fatto che trovare carni sane era diventato sempre più difficile e quando prendeva un bell'animale, lo regalava a qualche vecchietto che non avrebbe potuto permettersi di acquistare un alimento tanto pregiato.
A voler essere precisi, secondo la legge non è possibile semplicemente mangiare quello che si caccia: la carcassa deve essere sottoposta a controlli anche quando l'animale è selvatico, anzi ce ne vogliono anche più del solito, visto che nessuno sa quali siano state le sue abitudini alimentari o se era affetto da una qualche malattia.
Nel regolamento si legge:
Il Regolamento (CE) 853/2004 prevede che tali carni possano essere esitate alla commercializzazione solamente dopo esame ispettivo favorevole delle carcasse, da parte del veterinario ufficiale, presso apposito centro di lavorazione della selvaggina.
Inoltre siamo davvero sicuri di aver bisogno della caccia per procacciarci cibo sano?
Secondo uno studio condotto da Adoc limitato ai soli rifiuti casalinghi, nelle discariche finiscono ogni giorno 4 mila tonnellate di alimenti freschi, di cui la carne costituisce il 18%. In Italia, complessivamente, si cestina una quantità di cibo che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari di circa 44,5 milioni di abitanti.
Su nessuno dei siti pro caccia che ho frequentato per fare questa ricerca ho notato petizioni contro gli OGM o consigli anti spreco.
Penso che i cacciatori dovrebbero smetterla di dare giustificazioni sociali alla loro attività o di indignarsi contro le associazioni animaliste. Ammettessero una volta per tutte che non gliene frega niente dell'ambiente e che si vogliono semplicemente divertire.
Ascolto consigliato:
Bel post, completo, condito da una piacevole ironia di fondo
RispondiEliminaGrazie! :)
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