Il titolo ha tutta l'aria di una minaccia, ma tranquilli: non fa altro che riprendere il nome di due spettacoli del comico genovese, ovvero “Te la do io l'America” e “Te lo do io il Brasile”. E va inteso come una promessa: chi si è visto proporre il Movimento 5 Stelle alle elezioni del 2008 si sarà chiesto cosa ci faceva un uomo di spettacolo alla guida di fantomatiche “Liste Civiche a 5 Stelle” e avrà continuato a chiederselo visto che, come scrive Marco Travaglio nella prefazione al libro, “da quel momento Grillo non si fermò più”. Ebbene, il testo è un tentativo di rispondere alle domande degli italiani a proposito di Grillo attraverso l'analisi delle tappe della sua vita e della sua carriera, delle critiche da parte del mondo politico e dei colleghi, delle previsioni per il futuro del Movimento.
venerdì 7 settembre 2012
Ve lo do io Beppe Grillo - Andrea Scanzi
L'autore,
Andrea Scanzi, potrebbe essere accusato di parzialità nei
confronti del comico perchè, da settembre 2011, collabora con “Il
Fatto Quotidiano”, giornale che ha spesso dato voce alle
battaglie di Grillo anche quando il resto della stampa italiana lo
sottovalutava e si limitava ad ignorarlo. Di fatto, però, lo aveva
intervistato anche quando scriveva per “Il Mucchio Selvaggio” e
“La Stampa” e lo segue dagli esordi, cosa che risultava
incomprensibile anche ai suoi caporedattori.
Vero
è che la prefazione è di Marco Travaglio, vicedirettore del
“Fatto” nonché protagonista della rubrica Passaparola
ogni lunedi in diretta streaming sul blog beppegrillo.it, ma i
meglio informati sanno che l'ultimo video risale al 25 settembre 2011
e che in seguito Travaglio si allontanò a causa di alcune
dichiarazioni di Grillo a proposito dei finanziamenti pubblici ai
giornali. Il comico, infatti, sta organizzando una manifestazione
durante la quale si discuterà, tra le altre cose, della legge
sull'editoria e finora non ha fatto i dovuti distinguo per un
giornale come “Il Fatto”, che non ha mai accettato fondi statali
e si finanzia unicamente grazie ai suoi lettori. Di ciò scrive lo
stesso Travaglio in apertura al libro, specificando però che la
decisione di concludere la collaborazione era dipesa principalmente
dall'aumentare dei suoi impegni personali e “dall'inopportunità,
per un giornalista indipendente, di avere un rapporto così stretto
con un blog divenuto ormai il centro propulsore di un movimento
politico-elettorale”.
Dunque,
nessun dubbio che il testo non sia stato concepito con intenti
celebrativi, anzi: l'autore riesce ad individuare con lucidità i
punti deboli di un comico che si improvvisa politico, pur ammettendo
che la transizione sia dovuta ad un'esigenza reale del Paese.
La
biografia e la carriera di Grillo vengono ripercorse da
un professionista che non si è semplicemente documentato al
riguardo, ma era presente agli spettacoli prima e alle manifestazioni
poi, uno che ha visto in tv gli spot della Yomo che volevano Grillo
alle prese con un alieno, che ha letto i commenti dei colleghi su
giornali coi quali magari aveva anche collaborato, che ha visionato
la massa di libri e dvd su e di Grillo, alcuni dei quali non hanno
nemmeno visto la luce a causa della già citata riluttanza del comico
nei confronti dell'editoria.
Tutto
ciò è arricchito con le impressioni dello spettatore e del
giornalista, ma anche con le opinioni a caldo di una classe politica
quasi sempre sfavorevole e dei colleghi del mondo dello spettacolo:
molto interessanti, ad esempio, le dichiarazioni di Luttazzi,
che non ne condivide la tendenza a mantenere le sembianze di
imbonitore pur avendo ormai preso la strada del politico.
L'autore
riflette spesso su quanto, ormai da anni, si sentano le stesse
battute ritornare in ogni “spettacolo” (e le virgolette sono sue,
visto che ormai per ogni apparizione di Grillo si può parlare di
comizio), ma anche su quanto siano cambiati gli argomenti e le
posizioni del genovese: da attore pubblicitario a nemico giurato
della pubblicità, da giovane appassionato di auto sportive a
sostenitore delle auto elettriche, da distruttore di computer sui
palchi a osannatore della Rete, fino ad ideare e curare uno dei blog
più frequentati e commentati del mondo in cui promuove campagne
di interesse pubblico (acqua pubblica, Parlamento pulito,
sostegno alla ricerca) confidando solo sul sostegno degli internauti.
La
trasformazione da giullare a guru viene quindi da sé, al punto che
nemmeno il diretto interessato è preparato a tutti gli effetti ad
entrare nel mondo politico: mancano un programma serio, dei criteri
di scelta per candidati politici, una struttura che non si rifaccia
agli stessi partiti che Grillo vorrebbe eliminare. C'è un leader
scomodo che fa affermazioni coraggiose (per alcuni spericolate) sulla
necessità di riformare l'economia, di uscire dall'Europa, di contare
su un'informazione completamente libera.
Nel
libro si lascia volentieri la parola a chi viene chiamato in causa
grazie alle frequenti citazioni e ciò conferisce un senso di
trasparenza ed onestà all'opera. Già il fatto che quest'ultima, a
differenza di altre con lo stesso argomento, sia stata approvata e
non bloccata da Grillo fa riflettere, come anche l'ammissione da
parte del comico dell'onestà di Scanzi, salvo poi concedergli solo
tre interviste e fulminarlo con qualche battuta poco amichevole.
C'è
anche lo spazio per un piccolo vocabolario che analizza il
linguaggio del comico, spesso tacciato di volgarità, e per un
divertente glossario grillesco nel quale ad ogni lettera
dell'alfabeto corrisponde un'immagine o un concetto rappresentativi
del protagonista.
Unici
appunti sono, a mio avviso, una certa confusione a livello
cronologico nel riportare i fatti (la memoria del lettore dovrà
sforzarsi di saltare da una data all'altra senza perdere il filo),
giustificabile se si pensa che non abbiamo davanti una pagina di
Wikipedia, e uno stile troppo marcatamente giornalistico, alla
ricerca di incisività anche quando l'argomento richiederebbe una
prosa più conciliante; l'uso di tante (troppe) parentesi a scopo
(evidentemente) ironico peggiorano la sensazione (non particolarmente
negativa) di stare leggendo un lunghissimo articolo.
Rimane
intatta, però, la capacità di fotografare un personaggio
rivoluzionario dei nostri tempi, con uno sforzo di obiettività
proprio di un bravo giornalista che non si limita a riportare i
fatti, ma li inquadra nella loro totalità e cerca di prevederne
l'incidenza futura. E soprattutto rimane imprescindibile la necessità
di osservare più da vicino l'uomo che ha spianato la strada al
politico di domani mostrandoci come dovrebbe essere il cittadino di
oggi: partecipe ed informato.
Ascolto consigliato:
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Poiché quando il libro è stato scritto il Movimento 5 Stelle non aveva ancora un programma, ciò è stato giustamente segnalato dall'autore come una forte mancanza e la fine del volume è dedicata ad una intervista che Marco Travaglio ha fatto a Grillo nella quale lo invitava a scriverne uno al più presto. Per dovere di verità e completezza, riporto il programma che in seguito Grillo ha pubblicato sul sito del Movimento:
RispondiEliminaPdf del Programma M5S